Non basta sostenere automobili efficienti

0ad5f94f4e1115e6b871d6cd0ea14e07.jpeg

Servizio comunicazione istituzionale

1 Giugno 2017

Prof. Massimo Filippini, Facoltà di scienze economiche USI ed ETH

La sensibilità di consumatori rispetto al risparmio energetico recentemente è molto aumentata. Risulta per tanto di particolare interesse un progetto di ricerca condotto in collaborazione tra l’IdeP e il Center for Energy Policy and Economics (CEPE) del Politecnico di Zurigo, in materia di politiche pubbliche volte a incentivare l’adozione di automobili “efficienti” sotto il profilo del risparmio energetico.

In linea con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a un massimo di due gradi rispetto al 1990, la Svizzera ha approvato nel 2011 la c.d. legge sul CO2 che si prefigge di ridurre le emissioni, entro il 2020, del 20% rispetto al 1990. La proposta di introdurre una tassa sul CO2, che accrescendo i costi per km percorso dovrebbe in ultima analisi incentivare l’acquisto di automobili più efficienti, non ha ancora trovato una maggioranza politica favorevole, ma sono comunque state adottate diverse misure per l’adempimento di quanto sancito dalla legge: da una parte è stata introdotta l’etichetta energia, che differenzia i veicoli sulla base delle emissioni di CO2 e il consumo di carburante, dall’altra sono entrate in vigore le prescrizioni che impongono agli importatori vincoli precisi sulle emissioni delle nuove flotte di auto.

Come noto, ogni anno in Svizzera si paga una tassa di registrazione dei veicoli, tassa che alcuni cantoni hanno reso più “ecologica” introducendo una riduzione (bonus) per le auto più efficienti dal punto di vista energetico e contemporaneamente un aumento (malus) per quelle particolarmente inefficienti e inquinanti. La nuova struttura dell’imposta rappresenta una buona scelta, perché incentiva la domanda di autoveicoli nuovi ed ecologici a scapito di quelli inefficienti e comporta al tempo stesso un riequilibrio del bilancio statale, visto che le minori entrate dovute al bonus dovrebbero essere compensate da quelle, maggiori, dovute al malus (lo studio rivela tra l’altro che nei cantoni della Svizzera tedesca si utilizzano veicoli con emissioni più elevate di quelli utilizzati nei cantoni della Svizzera francese e italiana).

Analizzando lo sviluppo della quota dei veicoli di categoria A (i più virtuosi) dopo l’introduzione degli incentivi finanziari a sostegno del loro acquisto, il nostro studio registra un aumento statisticamente significativo, anche se piccolo, della loro quota. In sostanza lo studio riconosce come le politiche volte a ridurre le emissioni di CO2 per km percorsi basate su incentivi monetari abbiano un impatto inferiore rispetto a quello che ci si potrebbe razionalmente attendere.

Il ridotto impatto del sistema bonus/malus potrebbe essere dovuto alla mancanza di conoscenza del sistema di tassazione ecologica o alla presenza, come mostrato in altri studi recentemente conclusi all’USI e al Politecnico di Zurigo, di consumatori caratterizzati da “razionalità limitata”, ovvero di consumatori che prendono decisioni in tempi rapidi e con un limitato sforzo cognitivo. Mentre una scelta d’investimento razionale basata su un calcolo d’investimento richiede tempo e sforzo. Dal punto di vista della politica energetica, risulta quindi importante promuovere presso i consumatori una migliore conoscenza delle politiche e di come fare semplici calcoli d’investimento.

Per lo studio completo: “Economic analysis of policy measures to reduce CO2 emissions of passenger cars in Switzerland”: http://bit.ly/2ptgvJk

Per maggiori informazioni riguardanti l’applicazione dell’economia comportamentale (“behavioral economics”) al settore dell’energia si veda: “Boundedly rational consumers, energy and investment literacy, and the display of information on household appliances”. Julia Blasch, Massimo Filippini, and Nilkanth Kumar, pubblicato su “Resource and Energy Economics” (link a lato).