Se parli dialetto, guadagni meno?
Servizio comunicazione istituzionale
7 Maggio 2018
I dialetti e le inflessioni regionali nell’espressione orale sono una caratteristica tipica di molte popolazioni, come per i cittadini del Vecchio Continente, che difendono così la propria identità culturale. Per molto tempo declassate a favore delle lingue nazionali, anche per questioni economiche legate alla terziarizzazione della società, i dialetti sono tornate ‘di moda’ con l’acuirsi di alcune dinamiche sociali legate alla globalizzazione. Stando tuttavia ad alcuni filoni di ricerca economica e demografica, l’accento regionale nell’espressione orale può avere un impatto sui salari dei lavoratori e sulla possibilità di lavorare in aziende più importanti.
Il tema della penalizzazione salariale dovuta all’accento regionale sarà oggetto della lezione pubblica del Prof. Joachim Winter, (Ludwig-Maximilians Universität München), martedì 15 maggio 2018 alle ore 17:30 in aula A11 (USI, campus di Lugano), ospite dell’Istituto di economia politica della Facoltà di scienze economiche, nell’ambito della serie ‘Visiting Professor Program’.
Nella sua ricerca, il Prof. Winter, assieme ai colleghi Jeffrey Grogger (Università di Chicago) e Andreas Steinmayr (Ludwig-Maximilians Universität München), ha osservato che individui aventi un accento regionale medio o forte guadagnano, in media, il 26% in meno rispetto a quelli senza accento regionale. Queste differenze non possono essere spiegate da differenze osservabili nella demografia, nell'istruzione, in altre misure relative alle competenze, nel contesto parentale e nel luogo di residenza attuale e passata. Inoltre, si è osservato che le persone con accento regionale sono meno propense a lavorare in grandi aziende. Pertanto, l’assenza di un accento regionale potrebbe consentire ai singoli di partecipare a mercati più vasti e quindi di ottenere migliori salari.
La lezione del Prof. Winter è aperta al pubblico e si terrà in lingua inglese.
Per informazioni: [email protected]