Il Ticino mostra un livello competitivo elevato, ma con ulteriori margini di miglioramento

Veduta del Piano di Magadino (foto: Simone Müller, da Wikipedia)
Veduta del Piano di Magadino (foto: Simone Müller, da Wikipedia)

Servizio comunicazione istituzionale

4 Marzo 2019

Il settimo rapporto sulla struttura economica ticinese, quest’anno intitolato “La complessità economica ticinese”, pubblicato dall’Osservatorio delle Dinamiche economiche dell’USI (O-De, Istituto di ricerche economiche), indica una valutazione elevata della competitività economica ticinese. Lo studio adotta per la prima volta un innovativo modello di misurazione della competitività che, in combinazione con gli approcci tradizionali, mostra un livello di competitività economica ticinese nel confronto inter-cantonale al di sotto dei soli cantoni di Zurigo, Zugo, Ginevra e Basilea-città.

Il rapporto dell’O-De consiste in un’analisi della competitività economica ticinese nel confronto inter-cantonale, effettuata tramite un nuovo approccio metodologico: la teoria della complessità economica. Una scelta data dalle recenti evoluzioni a livello globale che stanno trasformando le condizioni quadro necessarie ad un territorio per essere definito competitivo. Le analisi dei ricercatori dell’O-De indicano, per il Ticino, nel periodo osservato (dati di riferimento 2017) una complessità elevata, mostrando un buon bilanciamento tra il numero di settori produttivi in cui il Cantone è specializzato, rispetto alla struttura produttiva della Confederazione, e la specificità di questi settori. Il confronto tra l'Indice di Complessità Economica (ICE) e un indicatore più “classico”, ossia il livello di reddito della popolazione ticinese, rivela un PIL pro-capite inferiore rispetto a quello prospettato dall’indice di complessità. Vi sono quindi degli ambiti in cui il Ticino presenta del potenziale per il rafforzamento della propria situazione competitiva.

 

L’indice di complessità economica come nuova misura della competitività

Nel rapporto dell’O-De, per quest’anno è stato scelto di misurare la competitività tramite un modello di misurazione della complessità economica ideato da due ricercatori del MIT e dell’Università di Harvard. Modificando il paradigma classico per cui il potenziale competitivo dipende dalla disponibilità di materie prime, capitale e lavoro, i ricercatori dell’USI pongono l’accento sulla conoscenza, che viene infatti considerata come un fattore indispensabile per la trasformazione della materia prima, la lavorazione della stessa, fino alla realizzazione del bene e alla creazione di valore aggiunto. Queste capacità definiscono la cosiddetta “Economic complexity”. L’indice di complessità è in grado di offrire una stima precisa e puntuale del livello competitivo di una regione. È stata inoltre dimostrata una correlazione positiva tra il livello di complessità economica di una regione e un indicatore della crescita economica come il PIL.

 

Punti di forza: capitale umano e vivacità imprenditoriale

L’analisi delle determinanti delle complessità tramite gli indicatori mostra un buon posizionamento del Cantone in merito al capitale umano (30% di laureati tra la popolazione), alla densità di lavoratori del terziario avanzato e alla capacità di fare rete nel tessuto economico regionale. Il Ticino mantiene inoltre un ottimo standard nella vivacità imprenditoriale, con un saldo di oltre 2'000 imprese create all’anno dal 2013 al 2016, al netto dei fallimenti e un alto tasso di crescita delle imprese operanti nel territorio.

 

Potenziale di crescita: mix settoriale e produttività del lavoro

I margini di miglioramento si rilevano nella specificità dei settori produttivi: mentre, per esempio, cantoni come Basilea-città e campagna mostrano una specificità nel chimico-farmaceutico; Zurigo in settori del terziario avanzato come l’informazione e comunicazione, i servizi finanziari e la logistica; il Ticino registra le specificità più marcate per le costruzioni, i beni di consumo e il commercio, officine e riparazioni. Congiuntamente, il nostro Cantone mostra alcune lacune in merito alla produttività del lavoro (80 CHF per ora lavorata vs 84 di media in Svizzera nel 2016), alla densità di lavoratori nel comparto high-tech e all’apertura commerciale, trovandosi quindi in una situazione di svantaggio competitivo rispetto a questi cantoni.

 

Il rapporto completo è consultabile sul sito dell’O-De: ode.usi.ch