Crisi sanitaria e interventi statali
Servizio comunicazione istituzionale
20 Aprile 2020
Giovanni Barone Adesi, Professore ordinario di finanza presso la Facoltà di scienze economiche dell’USI, spiega e commenta in un breve contributo i provvedimenti finanziari adottati dai Paesi per fronteggiare la pandemia di Covid-19, con uno sguardo alla Svizzera nel confronto internazionale.
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La crisi sanitaria innescata dalla rapida diffusione del nuovo coronavirus ha portato molti Paesi ad attuare una serie di provvedimenti d’emergenza, a partire dalle misure di quarantena e dal successivo blocco di tutte le attività produttive ritenute non essenziali. Per fronteggiare gli impatti sull’economia i Paesi colpiti hanno adottato misure che sono sostanzialmente indirizzate al mantenimento, da una parte, del reddito dei consumatori e, dall’altra, della liquidità delle imprese.
“La Svizzera ha preso provvedimenti tempestivi per assicurare entrambe le strategie e ha potuto farlo perché il sistema bancario è tutto sommato in una posizione abbastanza solida. Questa è una grande differenza rispetto alla crisi del 2008 – che fu tuttavia una crisi di credito del sistema bancario e non sanitaria come questa che ha bloccato sia la produzione sia il reddito dei lavoratori”, spiega il Prof. Barone Adesi.
Gli altri Paesi hanno cercato di prendere simili provvedimenti, sebbene declinati in modo variegato. “Per esempio, molti governi, a partire dalla Germania ma anche dall’Italia, sono preoccupati – fra le altre cose – per la possibilità che i valori di Borsa depressi da questa crisi consentano delle scalate ostili da parte di gruppi stranieri”, sottolinea Barone Adesi, aggiungendo che “la Svizzera non soffre di questo perché le sue principali aziende sono delle grandi multinazionali e il loro equilibrio è affidato già da molti anni ai mercati internazionali dei capitali. Quindi il Governo svizzero non ha dovuto prendere provvedimenti di quel tipo, a differenza per esempio del Governo tedesco che ha destinato 500 miliardi di euro a protezione delle proprie industrie”.
“Se la prima ondata della pandemia sembra si stia attenuando, non è sicuro che potremo riprendere la produzione e la vita normale senza problemi. In generale, tuttavia, si sta affrontando la crisi economica in modo soddisfacente, cercando di limitarne le conseguenze, sebbene la vera soluzione avverrà soltanto quando l’emergenza sanitaria sarà risolta”, conclude il professore.