Dal Comitato Internazionale della Croce Rossa l'esperienza di Elena Pedroni

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Servizio comunicazione istituzionale

27 Aprile 2020

Elena Pedroni con l’Executive Master of Advanced Studies in Humanitarian Logistics and Management nel 2018 ha intrapreso un nuovo percorso professionale che l’ha portata al ruolo di Assistant&Information Management Officer per il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Da casa sua, a Ginevra, ci racconta come sta affrontando a livello lavorativo e personale l’emergenza coronavirus.

Anche i compiti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) sono stati temporaneamente declinati all’emergenza covid-19, che ha dovuto informare e fornire il materiale necessario per proteggersi a persone che si trovano già a vivere in contesti difficili. “Molte delle donazioni che ci arrivano in questo periodo sono proprio destinate a proteggere dalla pandemia le popolazioni in difficoltà” racconta Elena Pedroni.

Il percorso di studio legato al settore umanitario ha permesso a Elena di capire da subito l’importanza della prevenzione e della relativa informazione alla popolazione quando si è confrontati con malattie epidemiologiche: “In particolare le nozioni teoriche apprese legate alla dinamica dei sistemi e ai relativi circuiti (system dynamics), usato come approccio per comprendere modelli complessi, rappresentano efficacemente la situazione: la distanza sociale è forse l’unico sistema che possa permettere di frenare questa crescita esponenziale. Personalmente faccio molta attenzione a seguire le regole consigliate, per evitare la diffusione” racconta Elena. Anche la sua tesi di Master si legava al tema delle epidemie e aveva come scopo quello di comprendere come mai, in certi Paesi europei, l’influenza aviaria raggiungesse il pollame da allevamento e in altri no, confermando lo stesso risultato: “l’importanza di attuare le regole di prevenzione non appena si identificano i primi casi in natura, e di attivarsi con misure mirate per tempo. È inoltre emerso chiaramente che le epidemie non hanno frontiere e si può notare come le ondate del virus arrivino ovunque con il passare del tempo” continua.

La possibilità di lavorare da casa è stata offerta da subito dal CICR per i collaboratori che potevano organizzare le proprie mansioni anche da remoto. “A rotazione con altre colleghe ci rechiamo in ufficio per occuparci della corrispondenza cartacea ed eventuale firma di contratti. Manca chiaramente il contatto umano con i colleghi, ma siamo collegati quotidianamente via chat, call e videochiamate tramite Skype. Una sera abbiamo anche organizzato un video-aperitivo di team” racconta. 

Pedroni sottolinea inoltre l’importanza di trovare il giusto equilibrio tra lavoro e tempo libero anche da casa, seguendo dei ritmi definiti e dedicandosi anche ad attività più creative e di svago. La distanza sociale viene colmata anche dai cittadini ginevrini, che trovano nuove soluzioni per rimanere in contatto: “Qui a Ginevra, alle 21 di ogni sera, tutti escono sui balconi per fare un ringraziamento collettivo a coloro che lavorano per fornirci i servizi necessari. Si sentono campane, applausi, grida di bambini che possono un attimo sfogare le frustrazioni della chiusura forzata, e c’è stato chi ha utilizzato lo stereo dell’auto per improvvisarsi deejay. Questa gratitudine sociale scalda il cuore” conclude Elena.

 

Nei quicklink un'altra intervista in inglese, datata agosto 2019, in cui Elena Pedroni racconta del suo percorso professionale e della sua partecipazione al Master of Advanced Studies in Humanitarian Logistics and Management all'USI.