Bitcoin: scetticismo e perplessità dopo l'approvazione degli ETF

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Servizio comunicazione istituzionale

19 Febbraio 2024

L'approvazione degli Exchange Traded Funds (ETF) legati a Bitcoin da parte della Securities Exchange Commission (SEC) negli Stati Uniti, inizialmente accolta come un momento epocale per le criptovalute, ha portato successivamente a una reazione meno entusiasta e ha sollevato dubbi significativi. Vi proponiamo due approfondimenti, a cura del quotidiano Il Corriere del Ticino e del settimanale The Economist, con Francesco Franzoni, professore di Finanza all’USI e Senior Chair allo Swiss Finance Institute.

Gli ETF legati a Bitcoin hanno generato un considerevole volume di scambi, oltre quattro miliardi di dollari nel solo primo giorno di negoziazione a inizio gennaio 2024. Nonostante l'approvazione degli ETF, permane un clima di incertezza e critica, soprattutto riguardo ai potenziali rischi per gli investitori "retail". La SEC, nel passato, aveva respinto questi prodotti citando preoccupazioni per la protezione degli investitori. Il presidente della SEC, Gary Gensler, ha sottolineato che il Bitcoin rimane un "asset volatile" e ha esortato gli investitori alla massima cautela.

In particolare, come evidenzia Francesco Franzoni, professore ordinario di Finanza all'Università della Svizzera italiana (USI) e Senior Chair presso lo Swiss Finance Institute, “questi ETF sono prodotti rischiosi per gli investitori privati (retail) perché caratterizzati da un’elevata volatilità dovuta alla tendenza speculativa del sottostante, ovvero del bitcoin. Anche gli ETF su titoli azionari o altri strumenti finanziari possono essere speculativi, ma il sottostante è, appunto, 'reale' e quindi si sa su cosa basare la propria analisi. Sul bitcoin, invece, ci si può solo affidare, o scommettere, sulla sua adozione da parte di altri investitori.”

Il lancio degli ETF legati a Bitcoin e il loro attuale andamento in borsa ricordano un precedente che riguarda gli ETF tematici. Nel 2022, una ricerca condotta dal prof. Franzoni e i suoi coautori ha mostrato come gli ETF azionari tematici, che cercano di seguire un settore o una tendenza specifica, hanno registrato rendimenti inferiori di circa il 30% rispetto agli ETF più ampi nei cinque anni successivi al loro lancio. Ciò è attribuibile al fatto che, al momento del lancio, l'attenzione attorno alla tematica di tendenza è già ampiamente diffusa e, di conseguenza, gli asset di base sono già considerati costosi.

 

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