La mafia declinata al femminile
Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata
Data: 3 Ottobre 2024 / 17:00 - 19:30
Aula polivalente Settore A Campus Est USI-SUPSI
La mafia e le donne. È un binomio che esiste da sempre, e di cui spesso si parla troppo poco.
Molte donne sono rimaste vittime delle organizzazioni criminali. Basterebbe pensare ai risvolti ticinesi del sequestro e dell’uccisione, sotto la regia della ‘ndrangheta, della diciottenne comasca Cristina Mazzotti, che nell’estate del 1975 scosse l’intero Nord Italia. A quasi cinquant’anni di distanza, sul fronte giudiziario non è ancora stata scritta l’ultima parola.
Molte donne hanno avuto, viceversa, un ruolo attivo a sostegno delle cosche. Era il 1994 quando Libertina Rizzuto – figlia, moglie e madre di tre boss di Cosa Nostra – arrivò dal Canada sulle rive del Ceresio, dove venne arrestata allo sportello di una banca. Molte donne sono infine scese in campo per combattere la mafia. Cittadine, funzionarie, poliziotte, magistrate, studiose, giornaliste. Tre di loro racconteranno la propria esperienza al quarto convegno annuale promosso dall’O-TiCO. E' necessario iscriversi qui
Introduzione
Annamaria Astrologo Professoressa titolare IDUSI e Responsabile accademica dell’O-TiCO dell’USI
Tavola rotonda
Donne di mafia: il coraggio della verità.
Alessandra Cerreti Pubblico Ministero Direzione Distrettuale Antimafia Milano
Donne e mafie: tre modelli di agency Femminile.
Ombretta Ingrascì Ricercatrice in Sociologia Economica, Università degli Studi di Milano
Madri e padri, come cambiano le famiglie di 'ndrangheta.
Alessia Truzzolillo Giornalista per LaC News24 e corrispondente Ansa
Modera: Francesco Lepori Giornalista RSI e Responsabile operativo dell’O-TiCO dell’USI